Sa Soha

Queste in fotografia sono due “sohè” sono state realizzate dal cuoio di vitella,


chiamato cuoio crudo, la sua lavorazione è molto complessa, sia nella fase di pulitura dai grassi e dai filamenti di nervi, dal cuoio vanno ricavate le strisce che successivamente andranno cucite con “su urriargjù”dei sottili filamenti ricavati dalla pelle di gatto, i punti di cucitura sono particolari, “sa surba” che si userà per cucire entra nel cuoio dove prima è uscita la cucitura e ne esce avanti di circa 1/2 cm rientra dove è uscita e riparte entrando nuovamente e cucendo un altro 1/2 cm, la sua lunghezza può arrivare fino a 11 metri, in altri tempi a chi andava appresso al bestiame, non mancava mai dalla tracolla, neanche quando si dormiva.

Le successive foto mostrano invece le attuali funi che usano sos issohadores che vengono chiamate erroneamente sohàs ma in realtà il vero nome è “unes de resta”.

questa si chiama une de resta, viene realizzata dal giunco femmina che è quadrato, da non confondere col giunco maschio che è rotondo e si chiama “zinniga”. Il giunco viene raccolto quando ha raggiunto la sua maturazione con la luna piena di agosto, viene fatto seccare rigorosamente all’ombra e tenuto in quello stato fino alla sua lavorazione, si inizia inumidendolo e ruoteando su se stessi 5 o 6 gambi, man mano che si va avanti vengono innestati altri gambi che daranno origine ad una cordicella chiamata “istricca”, questa avrà la lunghezza che poi prenderà la fune, si procedere alla realizzazione di tre “istriccas” ed una volta ultimate, verranno arrotolare per formare la fune, come potete osservare nella foto, in una delle parti terminali si realizzerà una specie di cappio che si chiama “sa mela” e li si infila il polso per non scappare di mano durante il lancio, da notare che sa mela inspiegabilmente è realizzata con due sole “istriccas”, mentre la parte opposta (come dalla foto tre) che è di forma identica è a 3 “istriccas” e si chiama “su cropu” e li si infilerà sa sohà che formerà il lazo.

questo particolare che indica l’anello in ferro che ha determinato l’uscita della sohà dallo scenario dei mamuthones, pur essendo pesante era molto agevole nel lancio e teneva la forma del lazo perfetta per prendere animali e astanti durante le manifestazioni, l’anello durante il lancio era pericolosissimo per la sua pesantezza ed erano dolori per chi veniva involontariamente colpito, così pur essendo di epoca antica venne introdotta “sa une de resta” a discapito della vera sohà di cuoio crudo.

Informazioni e storia a cura di Franco Sale – tutti i diritti riservati vietata la riproduzione delle foto e dei contenuti senza il consenso dell’autore.

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